L’emergenza Covid-19 sta impattando sull’andamento dei mercati e sulle aziende che, di colpo, si sono ritrovate a dover cambiare i loro modelli organizzativi per poter garantire la continuità del lavoro nel rispetto delle norme di sicurezza. Una bella sfida per imprenditori, CEO e CHRO che si trovano a dover trasformare le proprie realtà all’insegna dell’agilità e della flessibilità e quindi ridisegnare organizzazioni e ruoli. Questa epidemia ha portato a un’accelerata dei processi di digitalizzazione e a una crescita esponenziale dello smart working che, insieme con il remote working, rappresentano oggi una soluzione per continuare e migliorare la produttività e anche la qualità dell’employee experience, in un contesto nel quale i cardini attorno ai quali si costruiscono i business sono mobilità, condivisone e collaborazione. Ma come cambiano gli assetti? Simona Cremascoli, Partner di Carter & Benson e Board Member di IMD International Search Group: “Siamo osservatori privilegiati del mondo del lavoro, ma mai come in questo periodo è importante la nostra appartenenza al network internazionale IMD di cui sono Board Member. Grazie a questo scambio sovranazionale che si esplicita in molti momenti di confronto con i nostri partner, con tavole rotonde e continuo dialogo con CIO e CHRO di aziende a livello mondiale, riusciamo ad aver una visione più ampia, disegnare i futuri trend ed essere di reale supporto alle imprese. Da queste rilevazioni è emerso che uno degli elementi strategici per mantenere e implementare la produttività, il senso di appartenenza all’azienda, il coinvolgimento e la collaborazione è la comunicazione. Una comunicazione che da una parte chiama in gioco la digital transformation che offre strumenti capaci di supportare l’attività di tutti e colma un bisogno che si è fatto sempre più sentito, che è quello approfondire le proprie relazioni personali. Dall’altra, invece, coinvolge lo staff a tutti i livelli, in primo luogo coloro che hanno ruoli di comando. In questo particolare momento di emergenza sanitaria i leader hanno mostrato alti livelli di resilienza, non senza qualche segno di vulnerabilità. È emerso, per esempio, che leader introversi siano stati più efficaci nel guidare il proprio gruppo a distanza, perché a proprio agio dietro alla “facciata digitale”, mentre leader estroversi abbiano mostrato qualche difficoltà perché la loro anima istrionica ha necessità di contatto face to face. In ogni caso, resilienza e vulnerabilità hanno reso i leader ancora più credibili agli occhi dei propri team. Ma come cambieranno gli equilibri tornati a una situazione di normalità? Come sarà questa normalità? Come salvaguardare la salute psico-fisica dei dipendenti? Riusciranno le grandi industrie a mantenere una connessione tra white collars e blue collars? Le aziende saranno in grado di trasmettere propria la cultura e l’evoluzione della stessa e quale sarà il modo migliore per farlo? Come sarà possibile individuare i veri talenti? Con quali meccanismi si potranno sviluppare le leadership all’interno delle organizzazioni? Quale l’impatto sulla diversity e sul concetto di inclusione? Quali saranno a lungo termine gli effetti di questo periodo di crisi sanitaria? Questi i principali elementi di preoccupazione delle aziende. Domande e riflessioni comuni a tutte le organizzazioni, che variano in funzione della dimensione e del tipo di industry, ma condivisibili a livello worldwide. La nostra consulenza in tal senso è un supporto a 360° partendo dalla consapevolezza delle problematiche che coinvolgono le imprese, dalla conoscenza approfondita dei mercati, dal continuo scambio di esperienze a livello internazionale, dall’azione di intelligence che ci permette di analizzare la situazione in tutte le sue sfaccettature, delineare le prospettive evolutive, valutando ipotesi di ridistribuzione di ruoli o/e inserimento di nuove figure apicali.” Approfondisci sul nostro sito. |